martedì 13 ottobre 2009

Il fine e il suo mezzo

Io ho un sogno. Ce l'abbiamo tutti, credo. Chi non ce l'ha è certamente un tantino povero, forse annoiato. Ma io non mi annoio, perchè ci sono delle cose che devo assolutamente fare. Ormai lo sanno anche i muri: la mia passione è la scrittura, la mia missione è animalista. Quindi le due cose andranno a braccetto. Farò sì che l'uno sia il mezzo e l'altro il fine. Nel mio piccolo, ovviamente. Indi scriverò sempre: finchè mani, occhi e cervello mi consentiranno di farlo. Perchè ormai scrivo anche mentre dormo, le storie mi seguono nel buio della notte e colorano i miei sogni. La mattina conservo le atmosfere che poi riporto nei file di Openoffice nel corso della giornata, in qualunque attimo di respiro che il lavoro e la vita mi concedono. C'è chi dice che questo impulso della scrittura è sufficiente a fare di me una scrittrice. Può essere. Di certo non è sufficiente a fare della mia scrittura un mezzo. Non ancora, almeno. Ho tanto da imparare, ancora, tanto da studiare. Tante mancanze da sanare. Ma con impegno e passione mi approccio al mondo del web cercando di cogliere i frutti buoni che posso trovarvi. E così vago nei blog di chi la sa lunga, e le fila dei miei cavalieri jedi s'infoltiscono. Ma non è oro colato quel che scrivono. E' però sempre uno spunto importante, uno stimolo a migliorarmi. Forse anche grazie a loro un giorno la mia scrittura sarà il mio mezzo, forse un giorno i miei romanzi saranno all'altezza. E quel giorno, dovrò perseguire il mio fine: la missione animalista. Ma non posso aspettare e già ho iniziato da parecchio tempo. Chi di voi ha la sfortuna di avermi aggiunto tra gli amici di facebook già mi odia per i continui appelli alle adozioni di cani sfortunati che riempiono le bacheche. Lo so, può disturbare. Però a volte succedono i miracoli. Uno di questi porta il nome di Gattone. Questa creatura è stata trovata 4 giorni fa dilaniata da un'auto che l'ha investito in pieno, distruggendogli il muso. Nessuno si è curato di verificare se la creatura fosse viva o morta. Poi di lì è passata Francesca, ha visto che era vivo e l'ha portato in una clinica veterinaria. Lì non si è arresa di fronte ad un preventivo da capogiro che non offriva garanzie: bisognava ricostruire il musetto del micio senza sapere se sarebbe sopravvissuto, ma lei ha deciso di non abbattere Gattone. Francesca ha chiesto aiuto via mail a noi volontari. Io, senza alcuna speranza, ho aperto un gruppo su FB. Oggi, a 4 giorni di distanza abbiamo raccolto più di 600 adesioni e saldato la prima operazione e parte della seconda! Certo la strada è ancora lunga, ma abbiamo compiuto un bel tratto! Gattone è ancora critico ma siamo in tanti a pregare per lui. E io mi sento parte di questo miracolo, perchè le mie conoscenze hanno fatto sì che il gruppo crescesse come un fiume in piena portando donazioni insperate. Addirittura dal Canada. Ora, pensate: cosa avrei potuto fare se invece di Giulia Baroni fossi stata Ann Rice, Giorgio Faletti o Licia Troisi? Quanti Gattoni potrei salvare? Ecco, io realizzerò il mio sogno. E perseguirò il mio fine. Finchè avrò fatto qualcosa d'importante per la comunità. E se tra di voi c'è qualcuno che pensa che mentre io mi occupo di Gattone ci sono bambini in Africa che muoiono di fame...beh non avete capito niente di me.
Ah...a proposito...il mio primo romanzo (L'esercito di Gaia, destinato a un pubblico giovanissimo)sarà pubblicato (gratuitamente) da una piccola casa editrice . Sarà disponibile nel periodo natalizio. I miei guadagni saranno destinati alla questione animalista. Certo non potrò cambiare il mondo con una pubblicazione così piccina, ma almeno farò sì che fin da subito il mio sogno diventi un mezzo.