giovedì 9 aprile 2009

Sdegno, colpa e tristezza

Oggi lavorare è dura. Nico, un mio caro amico, è a L’Aquila. Sta bene, per come possa stare bene uno che dorme in macchina per paura che gli sciacalli portino via la poca roba salva in mezzo alle macerie di casa. Sono davvero molto angustiata, forse oggi ancor più che lunedì. Man mano che passa il tempo ci si rende conto che è stata un tragedia di dimensioni pazzesche, e quasi ti senti in colpa nello stare bene, nel salire in macchina per andare a lavorare e nel metterti a tavola a consumare il pasto. Perché vorresti essere lì, a scavare, per salvare gli ultimi scampoli di vita. O a dare riparo a chi non ce l’ha, o una speranza a chi l’ha persa. Anche solo una spalla su cui piangere i propri morti. Invece siamo tutti qui, chi a casa e chi in ufficio, a cercare di fare quello che è giusto fare: vivere. Il pensiero corre là, in Abruzzo, e vorresti che anche il corpo corresse là, perché esserci in mezzo, a quel disastro, quasi toglierebbe il macigno che ti pesa sul cuore. Gare di solidarietà ce ne sono a decine, se non centinaia, e già so che ancora una volta questo popolo di cazzoni ci ricorderà che sa essere anche un popolo col cuore grande, che non si volta dall’altra parte per non vedere. Spero solo che qualcuno non si approfitti della generosità che (solo) in questi momenti sappiamo esprimere. Spero che Striscia non ci sveli montagne di viveri e oggetti spediti ai terremotati e poi accatastati da chissà chi al solo fine di guadagnarci qualcosa (ve lo ricordate il 97, che scandalo? Io sì). Spero che finisca presto, ma la terra trema ancora. Cerco di pensare alle cose normali: al lavoro, alla palestra, al fidanzato…ma davvero è troppo difficile. Poi, ieri sera, ho provato vergogna per quei minchioni del tg1. Mi hanno fatto vomitare, VOMITARE! La gente muore, scava, piange, cerca di ricostruire, salva vite e lotta da ore, e sti rincoglioniti cosa fanno? Un servizio sullo share ottenuto dalla rete grazie agli speciali sul terremoto. Ecco, perché è questo che interessa loro: il guadagno, il prestigio. Il prezzo di queste cose non conta: 250 morti valgono tranquillamente 5 milioni di spettatori. Ma vaffanculo! MAI PIU’ farò parte del loro share. Sono talmente disgustata che credo proprio che glielo farò sapere, che sappiano quanto mi hanno indignata, quanto mi hanno fatta sentire tradita e usata come strumento di bilancio. Né noi, né le vittime di questa sciagura possiamo essere usati per uno scopo meschino quale il guadagno. E oggi provo solo sdegno per quel tg di merda, senso di colpa per l’essere qui e non poter far altro che mandare sms di beneficenza e infinita tristezza.

3 commenti:

  1. mi sento esattamente come te Giulia...:(

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  2. Siamo in molti ad avere le tue stesse idee...

    X-Bye

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  3. è difficile tornare alla vita normale, ma occore farlo, sennò si prolunga la sofferenza. non dico che sono orgogliosa degli italiani (e parlo da africana), ma almeno sanno fare altro, oltre guardare la tv. Per quanto riguarda il tg, ho sbriciato un po' qui e un po' lì, ma non sono stata fedele a nessuno, visto che tutti dicono le notizie a modo loro, sottostando ai superiori.
    Piuttosto ho seguito il tg di Sky, almeno loro non dipendono da nessuno.
    Bah.
    Italiani.
    (so sempre africana, eh!) ;)
    un bacione giulietta.

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