lunedì 10 agosto 2009

Quelle maledette bastarde delle Parche

hanno scelto il tuo filo, e l'hanno tagliato. Un taglio netto, deciso, nessuna remora, nessuna incertezza. Così a 21 anni la leucemia ha obbedito alle sue padrone e ti ha spento per sempre in soli 6 giorni. Giusto il tempo di fare la diagnosi e rendersi conto che non c'era più nemmeno il tempo di prepararsi, di abituarsi, di avvisare. Solo il tempo di pregare, o di sbraitare contro un Dio incomprensibile.
Ci siamo salutati due estati fa, e abbiamo riso e scherzato sui reciproci matrimoni, sulle carriere, sui pic nic che avremmo fatto quando io e Davide saremmo tornati di nuovo in Puglia. Perchè torniamo spesso a trovarvi. E adesso sono incazzata perchè quest'estate non siamo venuti, non ci siamo visti e quindi non ci siamo salutati. E lasci Agnese. Perchè poi tutti noi sappiamo che la morte è un problema solo per i vivi. Tu, Donato, di problemi non ne hai più. Ma la tua fidanzata?
Sì, so cosa stai pensando. E lo sto pensando anch'io: potrebbe succedere a chiunque. Se accadesse a Davide, penso che morirei. Nell'animo di certo, nel corpo forse. Se accadesse a me, Davide sarebbe ugualmente disintegrato. Come difendersi da una cosa del genere? Eh, lo so: vivi ogni giorno come fosse l'ultimo. Mi sembra di sentirti mentre lo dici. Ma è una cazzata e tu lo sai. Non ci si difende da una cosa del genere. E così, ora, sono ancora fiduciosa che esista un Dio, e voglio anche avere la presunzione di pensare che sia addirittura un Dio giusto e buono, e provo con tutte le mie forze a convincermi che esista un motivo troppo profondo che io non posso comprendere per la tua morte. Ma sai bene anche tu che se le Parche avessero tagliato il filo di Davide io non vedrei nulla di divino, o di buono e nemmeno di misterioso. Vedrei solo un'immensa distesa di merda. Una distesa che tutti chiamano vita. Per ora riesco ancora a vedere una distesa di opportunità. Nel mio profondo egoismo mi auguro che le Parche stiano lontane dai fili delle persone che amo ancora per molto tempo. Si sono già portate via le colonne portanti della mia infanzia disturbata, causando un crollo terribile che mi avrebbe portata a soffocare in quella distesa di merda che poi è diventata una distesa di opportunità, se non fosse giunto Davide a tirarmi fuori. Per un po' vorrei essere lasciata in pace. Vorrei almeno l'illusione della tregua. Ma in fondo, non c'è nè pace nè tregua, finchè si è vivi. Basta la tua morte veloce e dolorosa a ricordarmi che la vita è un prestito non per chi la vive, ma per chi ci sta accanto. E i prestiti si sa, vanno restituiti. Con gli interessi.

1 commento:

  1. Ci sono progetti che non possiamo comprendere.
    Niente accade per caso, di questo ne sono sicura.
    Ed è tutto una continua salita, ardua e stressante. Occorre rimboccarsi le maniche.
    E andare avanti, nonostante tutto.

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