mercoledì 30 settembre 2009

In attesa dell'autobus

Vivo un momento di transizione. Mi sento come se fossi alla fermata dell'autobus, e questo non passasse mai. Allora aspetto, aspetto, aspetto. E vorrei mettermi a correre e mandare a fanculo l'autobus, almeno per sgranchirmi le gambe, per sfogare l'adrenalina. Ma non so che direzione prendere, nè dove voglio arrivare. So solo che l'autobus mi porterebbe nel posto giusto. Poi tutti dicono: aspetta, Giulia, aspetta. Arriverà il tuo momento.
E perchè ascolto gli altri? Perchè in fin dei conti siamo sempre lì: dove devo andare?
E accanto a me, con le stesse paure, gli stessi dubbi, la stessa adrenalina a infiammare il cuore c'è Paoletta. E allora so che io e lei non ci siamo incontrate per caso, che c'è qualcosa che dobbiamo fare, un posto dove dobbiamo andare. Abbiamo anche il biglietto, per quel maledetto autobus. Allora perchè non passa? Abbiamo forse sbagliato fermata?
Qualunque cosa accada, almeno avrò una compagna di viaggio. Se dovremo andare a piedi, almeno ci sosterremo. Se ci perderemo, avremo due paia di occhi e due cervelli da utilizzare per ritrovare la via giusta. Se qualcuno vorrà farci del male, ci difenderemo a vicenda. Quando pioverà, avremo qualcuno con cui danzare e cantare sotto la pioggia. Quando scenderà la notte, avremo qualcuno con cui strillare alla luna. Se arriveremo in cima, potremo condividere il panorama. Se non arriveremo in cima, avremo qualcuno con cui immaginare quanto sarebbe stato bello arrivarci, senza frustrazione e senza rimpianti.
E' bello non essere soli. Ma se passasse l'autobus e ci fosse posto per noi due, sarebbe anche meglio.

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