martedì 23 giugno 2009

Prodigium - I figli degli elementi di Francesco Falconi

Premetto che questo è il primo romanzo di Falconi che leggo, e che quindi non mi è possibile fare alcun paragone con la saga di Estasia. Vi dirò di più: io di solito prendo in mano il primo libro di una saga solo dopo che è stato pubblicato l’ultimo, perché io odio aspettare. A questo punto mi pare ovvio che la sottoscritta ha acquistato Prodigium convinta che fosse un autoconclusivo proprio mentre nelle librerie usciva Estasia 3…insomma sono un po’ imbecille. Detto questo, passiamo a quella che è la mia personalissima opinione su Prodigium.
Mi è piaciuto. Ecco potrei finirla qui ma proseguo, perché io NON sono una tipa di poche parole. Dunque, per la trama è ancora un po’ presto, nel senso che questo romanzo è più che altro una lunga introduzione alla vicenda vera e propria: conosciamo i quattro prodigi, i loro poteri, incontriamo personaggi interessanti e senz’altro importanti per la vicenda e veniamo ingolositi su quella che pare una profezia incomprensibile e una serie di villain non ben identificati (ah sì, tra i buoni c’è un traditore). Una trama buona nella sua semplicità, anche se, devo dire, in alcuni punti poco chiara. Portiamo ad esempio una serie di frasi che parrebbero appartenere alla profezia e che incontriamo qua e là nel corso del libro: ecco…io quelle proprio non riuscivo a capirle. Ora, ovvio che essendo una profezia misteriosa non deve essere immediatamente comprensibile, però non deve nemmeno sembrare scritta in un’altra lingua. Temo che in alcuni casi si siano date troppe cose per scontato. Un problema a mio parere facilmente risolvibile nel prosieguo della saga, perciò non mi soffermo oltre.
I protagonisti mi piacciono: giovanissimi ragazzi dalle doti straordinarie con storie e caratteri molto diversi. Le loro caratteristiche sono molto ben delineate: l’insicura, l’arrogante, il secchione e il bravo ragazzo. Alcuni clichè in questi personaggi però non li ho graditi: la ballerina col piede storto, ad esempio, ci ha già scassato le balle per mesi e mesi su canale 5 con Maria De Filippi, e dato che questo romanzo non è scritto da Zanforlin avrei preferito non leggere questo particolare. Il secchione che è tale per attirare l’attenzione del padre è un altro tema ricorrente nei romanzi per ragazzi, così come la figlia dell’ubriacone violento che passa le giornate in strada e quello che vorrebbe piangere ogni giorno per l’abbandono della madre e soffoca le lacrime lavorando col padre. Però dobbiamo dire che queste situazioni erano funzionali al carattere dei ragazzi e al loro incontro, perciò accettiamolo come un dato di fatto senza lapidare nessuno.
Non sottovalutiamo i colpi di scena presenti nel finale, che però non posso anticiparvi altrimenti vi rovino la lettura. Diciamo che ce ne sono più d’uno, e sono tutti credibili e ben congeniati.
La scrittura è scorrevole, molto comprensibile (profezia a parte), tutt’altro che barocca (una scrittura barocca non c’azzeccava nulla in una storia come questa) e quindi perfettamente aderente al romanzo e al suo target. Adesso potrei benissimo farvi inorridire dicendo che lo stile di Falconi ricorda un po’ quello Licia Troisi, e infatti lo dico e voi siete tutti liberi di gridare allo scandalo. Diciamo che nel complesso si dovrebbe lavorare un po’ di più sulla profondità dei personaggi e meno sulle loro vicende personali, così da consentire al lettore di affezionarsi di più e provare maggiore empatia. Ribadisco però che questo tipo di lavoro è fattibile in un secondo volume, perché nel primo, già abbastanza denso di eventi, sarebbe risultato forse ridondante. Perciò questa non è una critica ma una forte aspettativa per Prodigium 2.
Ho trovato la lettura molto piacevole, leggera sì ma comunque con un suo perché…ed è un perché bello grande. Dovessi dare un voto sarei indecisa tra il 7 e il 7,5. Facciamo che aspetto il secondo per decidermi.
Ho una sola speranza per Prodigim 2: l’augurio sincero che nelle uova non ci sia un drago...e non so dirvi perché, è così e basta.
Detto questo: caro Falconi, adesso mi hai incastrata facendomi leggere il primo libro di una saga ancora incompiuta, vedi di smetterla di girare per il mondo e mettiti a scrivere gli altri volumi prima che mi scordi quanto appena letto. Quanti volumi sono previsti? Va beh guarda non m’interessa: voglio la saga completa entro…15 giorni. A partire da ieri.

venerdì 12 giugno 2009

Vergogna spagnola

In Italia li chiamano canili e gattili, in Spagna Perreras. C'è però una notevole differenza tra quel che accade nei nostri canili, e quel che accade nelle perreras: là gli animali vengono torturati, e poi uccisi...LEGALMENTE!!! Già, la mitica Spagna: sole, mare, bella gente...un popolo evoluto. Altro che gli italiani, mafiosi e razzisti. Almeno da noi l'uccisione è ancora reato...quale popolo è meno evoluto?
In Spagna non c'è rispetto per il regno animale, come può essere considerato "moderno" uno stato che fa dell'uccisione di un toro uno spettacolo per bambini? Da noi si chiamavano gladiatori, da loro sono toreri...di nuovo però c'è una differenza: nel primo caso torniamo indietro di secoli, nel secondo parliamo al presente. Senza contare che i gladiatori non erano eroi nazionali strapagati. Vergogna!
Il movimento contro la Spagna è attivo, ma si lotta contro l'omertà spagnola. Già...l'omertà spagnola...peggio di quella del nostro sud. Le televisioni non accettano i servizi, le perreras non aprono le porte alle telecamere, lo Stato tace e acconsente...anzi legalizza!
Si lotta, ogni giorno, per salvare il salvabile. Ma è dura, perchè tutti si voltano dall'altra parte. E' frustrante, ma bisogna provarci. Bisogna farlo per loro, che non ci sono più...morti nell'attesa di un angelo che non è arrivato in tempo dall'Italia

http://www.youtube.com/watch?v=sV1xtl616s0

E per tutto quello che di orribile accade sotto il cocente sole spagnolo...

http://crueltyinspain.webnode.com/