venerdì 20 novembre 2009

Vestita hai fame, svestita hai fama

No, dai, non ditemi che è retorica e che è tutto falso. No, non è tutto falso, anche se di certo non è tutto vero. Eppure, signori, questo è il messaggio che traspare. Di esempi ce ne sono a migliaia, volete un esempio? Lady Gaga. Dai, non fate finta di non conoscerla! Lei, proprio lei: la Poker Face perseguitata dai Paparazzi. Se sommiamo la stoffa che indossa negli ultimi 3 video arriviamo si e no ai 4 cm quadrati. Eppure, una manciata di anni fa, se ne andava in giro per i locali inglesi a cantare le proprie canzoni accompagnandosi da sola al piano, completamente vestita! Poco trucco, capelli scuri, jeans e una voce piacevole: lei era Lady Gaga. Ora? Beh, la vedete tutti (in tutti i sensi). Ho 25 anni e a volte mi chiedo davvero se sono così fuori dal mondo. Se non ho sbagliato tutto. Lady Gaga non è certo una Belen o unaYespica, quindi tutto sommato non serve nemmeno starci così bene dentro al perizoma. L'importante è indossare solo quello, o al massimo qualche altro cm di stoffa in qua e in là. Poi il gioco è fatto. E non ditemi che non darebbe soddisfazione perchè io sarei molto più incisiva in campo animalista con la sua popolarità e i suoi soldi...perciò probabilmente sarei contenta. Il messaggio sbagliato quindi non sta mica poi tanto nel mostrare il proprio corpo e guadagnarci i soldi, eh? Cioè per me una donna col proprio corpo ci può fare tutto ciò che vuole. Vuoi fare la escort? Bene, guarda fai bene! Esci con un vecchio rincoglionito, ti fai offrire i pasti, ti fai comprare abiti e gioielli, gli fai avere un brevissimo orgasmo (forse...ma forse non devi neanche entrare nella sua camera da letto) e alla fine ti intaschi anche 5000 euro. Allora chi è la testa di cazzo? Lei che giovane e bella si è divertita arricchendosi, o lui che vecchio e malconcio ha speso migliaia di euro per una giornata in compagnia? Lui, indiscutibilmente lui.
Quindi, è sbagliato quello che fa la ragazza? Per me no, lei è padrona del proprio corpo e ci fa quel cazzo che vuole.
L'errore non è lì...l'errore è nell'esaltazione mediatica e sociale di tutto ciò. Perchè poi succede che la tredicenne, o quattordicenne o quindicenne o chissà chi altro, si guarda allo specchio e ci vede qualcosa di sbagliato. Sbagliato perchè magari quelle gambe non sono abbastanza lunghe per infilarle dentro agli stivali che vanno di moda ora, sbagliato perchè magari quel sedere non è abbastanza tonico da essere inquadrato ogni 20 secondi dalla telecamera di Italia 1, sbagliato perchè magari quel seno non è abbastanza prosperoso per farlo saltellare nello studio del GF. Insomma mi sta bene che le belle ragazze scelgano di fare la escort piuttosto che la velina, mi sta meno bene che la sensazione, in questo Paese, sia quella che ci vogliano le tette di fuori anche per fare il chirurgo e l'architetto. E non voglio dire che per fare il chirurgo o l'architetto ci vogliano due belle tette, voglio dire che la sensazione è che le belle tette aiutino a diventare chirurgo o architetto oltre che velina. Sensazione. Atmosfera. Impressione. Probabilmente non è così, probabilmente non servono ste cazzo di tette per fare carriera...però questo è quello che traspare dalla società, dalla tv, dall'informazione. E poi le giovani ci cascano, eh? Ci credono, cazzo! Prima o poi ci cascano tutte. Tutte scartano il piatto di minestra per favorire l'insalata, tutte si cacciano due dita in gola dopo il dessert, tutte saltano il pasto perchè non sono riuscite ad andare in palestra. TUTTE. Almeno una volta. Questo è il problema. Nient'altro. Delle veline non mi frega niente. Dei trans nemmeno. Della ritenzione idrica...beh mi frega poco (se dicessi niente mentirei spudoratamente. Ma delle ripercussioni che certe tendenze hanno sui giovani mi frega. Dovrebbe fregare a tutti.

lunedì 9 novembre 2009

Strade

A volte sopraggiunge lo sconforto, al quale soccombi. Puoi passare ore e giorni e settimane a chiederti perchè stai così, ma non lo capirai mai. Poi passa, così come è venuto: senza spiegazioni. Come quegli uomini ai quali non puoi dire di no, quelli che ti fanno tremare le ginocchia, quelli che ami con la stessa intensità con cui li odi, quelli che entrano nel tuo letto senza chiedere permesso e ne escono senza degnarti di un saluto. Ma lo sconforto, quel bastardo, neanche la consolazione di orgasmo ti lascia.
Ci sono quei prolungati momenti d'inquietudine, durante i quali t'interroghi sul senso di ciò che fai, sulla reale utilità del tuo impegno, sull'incisività delle tue azioni, passioni e vocazioni. E ti sembra tutto rarefatto, sfilacciato, privo di sostanza. Forse non ti sei impegnata abbastanza? Forse non sei all'altezza? Forse non te lo meriti?
Forse non è la tua strada.
Poi lavi via i dubbi, ma non è facile. Ci sono persone che lavano lo sporco dalle proprie coscienze con molta meno fatica. Un po' le invidi, anche. Sono quelle che conducono la loro esistenza restando una spanna al di sopra di tutto, che guardano la merda attraverso una spessa vetrata deformante, quelle che non si torturano di fronte agli scempi dell'umanità perchè li eliminano con un'alzata di spalle, o al massimo con un bonifico di 10 euro a Natale.
Però, non avranno mai il fuoco nelle vene. Non avranno mai un turbine di progetti a dare un senso alla vita che scorre. Non avranno mai una passione che dona un secondo battito al cuore. Si perdono molte cose.
Mentre io perdo a volte il sonno, a volte la serenità, a volte la fiducia e a tratti la fede, loro perdono l'anima. La loro coscienza è una tazza del cesso: per non cadere nello sconforto tirano l'acqua. E così le cose che non vanno, quelle per le quali bisogna mettere mano non solo sul cuore ma anche sul portafoglio, quelle che fanno male agli occhi e trasformano i sogni in incubi, quelle che potrebbero minare l'equilibrio di una vita mediocre ma lineare vengono sotterrate negli scarichi delle fogne. Lì, dove alberga la loro coscienza.
Ma lo sconforto poi a volte viene anche dai sogni che tardano a realizzarsi, dal talento che stenta a palesarsi, dai problemi che si accavallano e rubano tempo agli appena citati sogni e talento.
Il rischio di soccombere definitivamente allo sconforto a volte è così palese da far paura. Ma finchè c'è il fuoco nelle vene e il secondo battito nel cuore sai di poterne uscire. Di poter fare e creare con fiducia. Di poter avere il talento di trasformare la tua passione in un mezzo e la tua vocazione in un fine. E la coscienza più pulita di una tazza del cesso.