martedì 17 febbraio 2009

Letture varie ed eventuali (contiene spoiler su breaking down)

Oggi giorno di ferie sia per me che per la mamma (la quale a dir la verità è ancora in cerca di un lavoro vero) e quindi mezza giornata è trascorsa cianciando di libri. Mia madre non ha studiato, però legge tantissimo e ammetto di usarla ogni tanto come "cavia" per certi libri...spesso funziona ma a volte i nostri gusti non coincidono (vedi Brisingr che a me non piace proprio e lei ne va matta). Fatto sta che il discorso cade su Breaking down, che ha lasciato entrambe un po' attonite per molti motivi. Così le chiedo cosa ne pensa del duplice cambio di punto di vista che s'è inventata la Meyer in quest'ultimo libro. Lei mi risponde:
-Cos'è il punto di vista? -
Forse per voi è un concetto normale, ma per mia mamma non lo è. Così prendo in mano un libro della Cornwell, lo apro in un punto a caso e le leggo la frase. Noto immediatamente che il narratore è esterno ma che parla al presente, cosa abbastanza inusuale. Poi apro Breaking down e le leggo una frase della prima parte del libro, e le faccio notare che il narratore è in realtà un personaggio, Bella, e che parla al passato remoto. Poi vado a metà libro e vediamo che a parlare non è più Bella ma Jacob, altro personaggio. La terza parte del libro è di nuovo narrata da Bella. Vedo mia madre spalancare gli occhi, incredula. Trovo una pagina chiave del libro, quella in cui Jacob (che in quel momento era narratore) ha l'imprinting con la figlia del vampiro e dell'umana (!!!!!). Le chiedo cos'aveva capito di quel paragrafo. Questa è la sua risposta:
Beh qui vediamo che Bella si sveglia dal coma per un attimo e vede la sua bambina sana e salva, cosa che la fa sentire in grado di sopravvivere -.
In pratica non aveva capito assolutamente nulla! Non le era chiaro nemmeno che il narratore fosse Jacob e non più Bella. E quel paragrafo era molto importante per la storia. Le spiego quindi per bene cos'è il punto di vista di un romanzo, e le dico anche che ci può stare che questo cambi nel corso della storia, ma che il cambio dev'essere davvero ben calibrato. Mia mamma si rende conto di non aver capito nulla o quasi di Breaking down ma voglio che sia chiaro che la colpa non è sua: certo, non ha studiato, ma divora libri su libri, forse in maniera quasi maniacale, e se non ha colto questa cosa importantissima di Breaking down probabilmente è perchè la Meyer non ha ben calibrato la questione. Anch'io al primo cambio di punto di vista mi sono sentita sperduta e disorientata.
Poi non so come si torna sulla questione Bringr, e lei mi fa notare che giudico l'intera saga senza però aver letto nulla dopo Eragon. Io le ricordo che lei dice che la Rice è soporifera ma non ha nemmeno provato a proseguire la lettura de L'ora delle streghe. La stoccata successiva è materna, e mi fa sorridere:
Senti chi parla, m'hai rotto le scatole per mesi con quella tale Fonka...Finka...Foka...-
Funke, mamma....si chiama Cornelia Funke -
Eh...quella lì. M'hai rotto un sacco, dicevi che Veleno d'inchiostro era tanto bello e poi t'ho visto, sai, che Alba d'inchiostro l'hai abbandonato dopo 30 pagine! -
Come darle torto? Alba d'inchiostro era soporifero a livelli allucinanti. Potrebbero usarlo al posto delle anestesie pediatriche.
Com'è possibile che un libro che ha venduto milioni di copie mi faccia così schifo? Sono diventata schifiltosa? Sono diventata una di quelle lettrici che giudica un romanzo solo dal target di pubblico? Eppure sono io la prima ad aver scritto un romanzo per ragazzini. Non so, Alba d'inchiostro m'ha lasciata del tutto indifferente, quasi orrendo. Le prime 30 pagine, almeno. Non sono andata molto oltre. I libri di Paolini non mi sono piaciuti, è vero, ma riesco a motivare quest'opinione con l'evidente tentativo dell'autore di allungare il brodo con decine e decine di inutili pagine. Il tutto per trasformare la trilogia in una quadrilogia. Però di solito non sono schifiltosa. Quindi se Alba d'inchiostro m'ha così annoiata un motivo ci sarà. Fine delle pare mentali.

sabato 14 febbraio 2009

Vi dichiaro marito e moglie.

Faccio due conti: ho 25 anni, un buon lavoro, i debiti sono rientrati nella norma, un fidanzato quasi straordinario, poche amiche ma molto buone, un cervello nella norma, un sogno da realizzare....e un matrimonio in arrivo. Ho paura? Non so se ho paura, ma penso di sì, so solo che non ho dubbi. La paura probabilmente è giusta, se non mi ponessi domande e non cominciassi a chiedermi come dovrà cambiare la mia vita probabilmente non sarei matura per questo passo. La paura più normale e che forse più di tutte mi riguarda è per mia mamma, oltre che per le mie capacità di moglie. Per mia mamma perchè lei ancora ha una situazione altamente instabile sia dal punto di vista emotivo che dal punto di vista economico, per le mie capacità di moglie perchè potrei rinunciare a tutto ma non alla scrittura. Stante il fatto che Davide ha capito che non smetterò mai di scrivere, rimane l'incognita sulle mie qualità da casalinga, ma direi che sono tutte cose superabili con la buona volontà e la pazienza (sia mia che di mio marito). Per la mamma invece si apre un discorso molto ampio. Se non le danno una casa con affitto agevolato ( e non gliela danno, perchè non ha 3-4 figli, non è portatrice di handicap, non ha più di 65 anni e non è raccomandata) probabilmente dovrà anche adattarsi a situazioni particolari. Quali ad esempio prestare assistenza anche 24h su 24. O quantomeno lavorare molte più ore. E mia mamma passa i 50 anni e comincia a non avere più la resistenza di una volta. Se alla fine fosse costretta a stare con me e Davide allora giungerebbe la crisi coniugale. Ma io so che lei lotterà con le unghie e con i denti per non essere un peso. Sia chiaro: non sarebbe un peso per me, ma Davide non ha ancora perdonato i miei genitori per gli errori del passato (che, ovviamente, ricadono sul mio presente e sul mio futuro) e non reggerebbe una situazione del genere. Non per molto, almeno. Comunque confido che una buona stella abbassi lo sguardo anche su mia mamma che, è verissimo, ha commesso errori madornali, ma ha già scontato la sua pena. Sarebbe ora di darle un po' di tregua, si è già sacrificata a lungo e duramente. Credo sia felice del mio matrimonio, e credo che si commuoverà quando decideremo la data, ma so che pensa anche alle conseguenze che questo comporterà alla sua vita. Spero davvero di poter reggere i fili della questione: di sostenere umanamente ed economicamente mia mamma senza deteriorare il mio rapporto con Davide nel corso del matrimonio. In fondo io ho solo due sogni per la mia vita: scrivere qualcosa di buono e avere una famiglia. Per il primo non posso esprimermi, ma so di poter esaudire almeno il secondo. Spero che la buona sorte sia con noi.

domenica 8 febbraio 2009

sabato 7 febbraio 2009

Mediocrità

Avrei molte cose da dire sul caso Englaro e molte anche sull'annosa questione dell'immigrazione. Ma oggi non mi va, e tanto se ne parla già parecchio nel web e fuori. Oggi sto sul leggero, va', e dico che sono parecchio scandalizzata dal programma di film fornito da Ucicinemas. Vado a prenotare i biglietti per me e Paoletta, vorremmo andare a vedere Il dubbio, giusto un filmino candidato a 5 premi Oscar e con la strepitosa Meryl Streep. Che vuoi che sia? Un cazzo! Un solo spettacolo, alle 20:30. UNO SOLO!!!! Però, signore e signori, no preoccupatevi perchè per la fantasmagorica panzana all'italiana dal titolo EX di spettacoli ce ne sono ben 8. Ovvio, vuoi mettere Meryl Streep con Claudio Bisio? Ma vaffanculo, va!
Va beh, non mi arrendo e provo con il tanto chiacchierato The Horsemen....Santo cielo! Anche per questo film un solo spettacolo! Ovviamente non in orario decente. In pratica per andare al cinema di pomeriggio devo scagliere tra: Italians, Questo piccolo grande amore, Space Chims e poco altro. Potrei farmi tentare da Frost/Nixon, ma mi girano già le balls e me ne vado senza biglietti. Cinema mediocre per un popolo dai gusti mediocri.

martedì 3 febbraio 2009

Nessun perdono

Qualcuno si è voluto accertare delle condizioni fisiche in carcere degli stupratori di Guidonia. Ecco, io non ce la farei mai. Non so se sia giusto o no, ma proprio non ce la faccio a vedere degli esseri umani in loro. E non me ne frega niente della loro provenienza, religione o storia personale; per me devono marcire in carcere e per quanto mi riguarda possono prenderli a manganellate fino a notte fonda. Non è bello da dire, di certo non sono cose che andrebbero pensate, ma così è.
Si parla di giustizia, ma per quante botte possano dare a quei 4 mentecatti non sarà mai fatta giustizia. Qualcuno direbbe che questo avviene perchè non è l'uomo a doverla fare, eppure bisogna ammettere che gonfiare di pugni la faccia ad uno stupratore ci farebbe stare tutti meglio. Forse non tutti, ma a me farebbe stare assai meglio. Mi ha colpito molto che sia stata una donna a compiere il "sopralluogo". Sulle prime mi ha schifata e scandalizzata. Tutt'ora non me ne faccio una ragione. Io, che mi reputo sempre così cattolica, non riesco a perdonare il mio prossimo. Anzi, peggio: io vorrei massacrare di botte il mio prossimo che ha osato violare una donna. Mi chiedo quanto della mia esperienza personale influisca su questo mio odio così profondo. Io non credo che influisca molto. Credo proprio che li odierei sempre e comunque, anche se avessi avuto l'adolescenza più agiata dell'universo. Forse, come qualche mio personaggio, sono troppo propensa alla vendetta, quella vendetta cruda, che poi ti lascia ancora più misera di prima. Mi è già capitato, infatti, di odiare qualcuno per anni e poi ritrovarmi a provare una pietà profonda per la sua condizione. Ma evidentemente io non imparo abbastanza dal mio passato, e persevero nel mio odio incondizionato verso coloro che se la prendono coi più deboli. Per loro nessun perdono.