giovedì 13 maggio 2010

Non lasciarmi qui.


Batuffoli di pelo scodinzolanti, saluti fatti di versi incomprensibili, baci umidi.
Ciotole piene, acqua rovesciata, cucce rassicuranti.
Lunghe passeggiate, biscotti di marca, carezze a volontà.
Terapie, inserimenti, recuperi.
Le mie e le vostre giornate sono fatte di questo e altro. Finchè stiamo insieme.
Poi devo andare via, devo andare a casa. Voi no, voi siete ancora lì.
Ogni volta è più difficile, ogni volta mi dico che manca un giorno in meno, che, forza!, un’altra settimana è passata e prima o poi quella maledetta casa sarà finita.
Esco dal vostro box - un box grande, sì, un box protetto, sì, un box accogliente, sì, ma pur sempre un box – e vedo te, Cody, che paziente e saggio come ogni cane della tua età (hai 9 anni, dicono, ma secondo me ne hai meno) ti sdrai sulla brandina e mi guardi pieno di gratitudine e di aspettative. Fai bene ad avere delle aspettative: l’hai capito, vero? L’hai capito che ti porterò a casa. Non hai fretta tu, che hai passato tutta la vita a Napoli, in un posto piccolo e sporco, senza passeggiate, senza cure. Le tue zampe storte testimoniano la poca mobilità, la tua leishmania prova le poche, forse inesistenti, attenzioni igienico-sanitarie. Poi con l’aiuto e il sostegno di altre persone meravigliose ti ho portato quassù. Quassù è pur sempre un canile, ma è un posto meraviglioso per te, che non avevi mai ricevuto tante attenzioni.
Esco da tuo box e i tuoi mi dicono: “Ti aspetto.”
Giusy, tu ancora non sei saggia, non sei paziente: tu sei una cucciola di poco più di un anno. Sei esuberante, piena di energia, eccitata. Esco dal vostro box e tu ti aggrappi alle sbarre. No, non con disperazione, non con rassegnazione, non con tristezza.
Non sei più lo straccetto di pelo e ossa con la coda mozzata che hanno portato al rifugio in giugno 2009. Eri inavvicinabile, dicono. Uno sgrorbietto piccolo ma pieno di rabbia. Ringhiavi a chiunque, la bava alla bocca, due file di denti bianchi bene in vista. Tremavi nel tuo angolo. Ma non era cattiveria la tua. No, era terrore, diffidenza, istinto di sopravvivenza. Cosa ti avevano fatto per ridurti così nessuno lo sa. Non importa, è passato tutto. Ora sei vivace e fiduciosa, un po’ irruenta ma contenibile. L’opposto di Cody, e forse per questo siete una coppia perfetta. 25 kg l’uno: 50 kg di trascorsi diversi ma con un presente in comune e un futuro da trascorrere con me e Davide.
Quando esco dal vostro box i tuoi occhi, Giusy, mi dicono: “Non lasciarmi qui.”
L’hai imparato bene, maliziosa e sveglia some sei, che se mi allunghi la zampa fuori dalle sbarre e mi guardi dicendomi così, io torno indietro, tardando il mio ritorno verso casa di altri dieci minuti.
E Cody, vecchietto ma arzillo, ti imita.
Tranquilli, non vi lascio qui. Voi aspettatemi.

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