domenica 21 dicembre 2008

Epica vs Fantasy

Un poema epico è un componimento letterario che narra le gesta, storiche o leggendarie, di un eroe o di un popolo, mediante le quali si conservava e tramandava la memoria e l'identità di una civiltà o di una classe politica. Il termine epica significa parola. L'epica narra in versi il mythos, cioè il racconto di un passato glorioso guerre, avventure.

Fantasy è un termine, mutuato dalla lingua inglese, con il quale si indica un genere letterario, nato nell'ottocento, i cui elementi dominanti sono il mito e la fiaba. Al contrario della narrativa fantastica tout court, che affronta l'intrusione vera o supposta dell'elemento fantastico nella nostra realtà, il fantasy descrive mondi o dimensioni immaginarie completamente avulse dal nostro mondo.

Queste le definizioni che troviamo sparse per il web, ma anche nelle enciclopedie e nei dizionari. Orbene, la parola mito compare in entrambe le definizioni. Quindi? C'è o non c'è un legame tra i due generi?
Io, che posso senza difficoltà definirmi un "nessuno" (ma anche Ulisse, per svignarsela dal Ciclope, si definì così ;) ), ritengo che siano l'uno l'evoluzione dell'altro. Per ora mi fermo perchè potrei andare avanti per pagine e pagine. Ditemi un po' che ne pensate e poi vediamo cosa ne salta fuori.

15 commenti:

  1. Eh, Giulia... :P
    In effetti, ho sempre pensato che l'epica e il fantasy avessero qualcosa in comune, anche se forse il "fantasy" abbraccia tipi di opere anche diversi nel loro genere; comunque, dall'uno all'altro cambia ben poco.
    E' il valore che è cambiato.

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  2. Yre, hai detto una frase chiave: è il valore che è cambiato. Certo è che di capolavori quali l'Iliade e l'Odissea non se ne vedono da secoli. Il fantasy è oggettivamente più alla portata di tutti. Abbiamo però fantasy di tutto rispetto, quali (e qui Val non sarà d'accordo) Il signore degli anelli.

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  3. Infatti.
    Ma allora, le opere come l'Iliade e l'Odissea erano cantate. Chi sapeva leggere e scrivere? Era una sapienza riservata a pochi. Per questo motivo, i miti di questo genere sono passati alla storia: erano qualcosa di speciale, di fuori dal comune.
    Ora, di libri fantasy ne trovi a valanga. Un bambino di 6 anni che non sa leggere né scrivere è un caso più unico che raro, perciò gli occhi della gente non guardano al fantasy nella stessa maniera.

    Per fare un esempio, che mi sembra forse quello che si avvicina di più al fantasy: l'opera epico-cavalleresca di Lancillotto.
    Perché la studiamo sui libri i "Il signore degli Anelli" no? Semplicemente perché il valore era un altro. Serviva a cantare il valore dei cavalieri, la loro magnanimità, il loro onore, e ben pochi potevano udirla.

    Nessuno mette in dubbio il valore de ISDA: ha fatto successo, e in un certo senso, come hai detto tu, è l'evoluzione dei generi passati. E' il contesto che è diverso: noi riusciamo davvero a capire il valore di opere come ISDA, ma il contesto impedisce di metterlo in contronto a Lancillotto. Non so se mi sono spiegata... XD

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  4. Ti sei spiegata alla grande. E infatti qui casca l'asino: Iliade e Odissea non conoscono paragoni, in più possiamo aggiungere che allo stato attuale il fantasy è considerato allo stremo di una fiaba per bambini. Quello che oggi fa di un fantasy un qualcosa di solo lontanamente paragonabile al successo (parlo di popolarità) delle opere omeriche è la trasposizione cinematografica. Prima del film al cinema, secondo voi, quanto realmente conoscevano la storia di ISDA? Eppure, prima di Troy, tutti sapevano più o meno cos'è l'Iliade e chi l'ha scritta. In più, in passato, le opere erano un'evasione di tutt'altro genere rispetto a quanto può avvenire ora. Non c'è più la fame, e la guerra adesso assume connotati ben diversi rispetto a quelli che poteva avere in tempi omerici.

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  5. In realtà non è dal mito che bisogna partire ma dall' eroe.
    E per ora mi fermo qui ;)

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  6. allora, poi mi spiegherete questa mania degli uomini di lanciare il sasso per poi nascondere la mano. Val, sto parlando di te.
    Detto questo: parliamo di eroi. Ne abbiamo due che conosciamo tutti: Ulisse e Achille. Diversi, a tratti diversissimi. Entrambi descritti dallo stesso autore. I messaggi che lancia Omero con queste figure sono molteplici. Achille ha la fissa dell'immortalità (intesa come desiderio de vivere nei racconti e nelle parole di tutti gli uomini a venire), Ulisse è affamato di conoscenza, è curioso come una comare. Entrambi grandi condottieri, ma intendono e vivono la guerra in modo diverso.

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  7. Penso che l'epica sia trasversale a diversi generi, tra i quali naturalmente il fantasy.
    Comunque se devo fare un parallelismo lo farei fra poemi epici e fumetti (lo so, sono pazza)
    a. entrambi si avvalgono di due diverse "forme artistiche": per l'epica la musica (il canto) e la scrittura (o parola e narrazione), per i fumetti l'illustrazione e la narrazione scritta.
    b. sono ampiamente popolari e non elitarie. Almeno, per i poemi omerici sembra che fosse così, i poemi cavallereschi sono un altro discorso.
    c. last but not least: hanno numerosi personaggi trasversali a molte storie. Le storie del ciclo troiano, solo per fare un esempio, sono molte ma molte di più di quelle che ci sono arrivate e vedevano i vari eroi misurarsi nelle imprese più disparate e incredibili. Spesso i personaggi dei comics americani sono protagonisti di cicli infiniti di storie dove si presentano quasi sempre uguali, senza invecchiare sensibilmente né cambiare radicalmente psicologia. Lo stesso avveniva per i personaggi dei poemi omerici, che erano conosciuti a fondo dall'uditorio. Anche per il Don Chisciotte, dopo la prima pubblicazione di Cervantes, sono nati dei testi "apocrifi" che riprendevano le vicende del cavaliere.

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  8. Aggiungerei che gli eroi epici spesso (ma non sempre) avevano qualcosa di sovrannaturale (Achille è un semidio), e questo fa molto x-man ;)
    In molti poemi, romanzi o opere varie del passato (a volte nemmeno troppo lontano) è la provvidenza, il destino o uno o più dei a determinare in maniera decisiva lo svolgimento dei fatti. Basti pensare all'episodio di Lacoonte nell'Iliade. Gli interventi divini a determinare gli eventi di Ulisse sono talmente tanti da non poterli nemmeno elencare. Anche Verga (io però questo non lo sopporto) aveva la tendenza ad appioppare tutte le sventure dei Malavoglia alla Divina Provvidenza. Mi sembra che ultimamente la cosa sia stata abbandonata.

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  9. (premessa da ginnasiale stronza: l'episodio di Lacoonte è nell'Eneide)
    Diciamo che adesso la camuffano un po' la cosa, ma in una buona parte dei romanzi (assolutamente moderni) che mi piacciono di più il destino ha un ruolo preponderante. E' un topos estremamente affascinante e "inesauribile". Fra gli ultimi che ho letto, è facile pensare, appunto, al destino di adhara ;-)

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  10. Giusto: Eneide, libro secondo, Virgilio. Aho...so stufa. Non preoccuparti Viola, non sei stronza, ma precisa e questa è una bella cosa!
    Il destino di Adhara non l'ho letto...
    Però non mi viene immediato connettere il destino con un qualcosa di divino. Probabilmente è una mia turba mentale (una delle tante), ma quella del destino mi è sempre parsa una cosa "atea". La Provvidenza, invece, è un concetto dalle sfumature a miuo parere leggermente diverse...lo stesso Verga la definisce Divina.

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  11. Giulia, sarò che sono atea, ma nel mio romanzo il destino è al centro di tutto. Non per niente i miei elfi adorano il "Fato" come i cristiani adorano "Dio".
    BTW, parliamo di eroi...
    Achille è un semidio; Enea pure. Ulisse un semplice uomo avido di conoscenza, che attira su di sé l'ira degli Dei.
    Andando avanti: Lancillotto è un cavaliere dalla sconfinata magnanimità, benevolenza, generosità, e che, per amore, supera ostacoli come l'onore.
    Adesso, i protagonisti delle storie fantasy sono contadini, assassini o ladri.
    Siamo nell'epoca dell'anti-eroe. XD

    Ciò non toglie che, ovviamente IMHO, è il contesto storico a fare la differenza.

    @Val: vorrei proprio capire meglio cosa intendi... ho due neuroni ma non lavorano mai entrambi. Fanno a turno. Non voglio sforzare più di tanto il disgraziato al lavoro... XD

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  12. Intervento divino e destino sono due cose diverse. Virgilio le distingue proprio, Omero un po' meno. Comunque nei poemi omerici e nell'eneide gli dei alla fine si comportano come "normali" personaggi, con grandissimi poteri, ma poco di più. Il fato è qualcosa di più sfuggente e sta al di sopra degli dei. In effetti è l'unica "forza" a cui gli dei stessi devono sottostare.
    E' questa l'accezione di destino che intendevo.
    Non penso che Verga rientri in questo discorso, però XD

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  13. Quoto Viola sul fatto che il fumetto rappresenta l'epica attuale...e vi lascio un link

    http://www.valberici.eu/archives/249

    :)

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  14. ciao a tutti! interessante il post: ho giusto fatto un esame sul genere fantasy. da quanto ricordo, il fantasy è un genere ibrido e, tra le sue forme di ibridaione, troviamo la favola, il romance, il fairytale, letteratura gotica, sciencefiction e.... il mito. questi, è definito come la prima matrice del fantasy.
    quindi, il fantasy è veramente un evoluzione del genere epico.

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  15. E con il post di jessica abbiamo sopito ogni dubbio (se mai ce ne fossero stati!).

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