giovedì 29 gennaio 2009

Breaking down

Premetto che non l'ho ancora finito, ma non importa, ci sono cose che disturbano già nel "durante".
Allora, tutti sapete che questo è il quarto ed ultimo volume della saga vampiresca della Meyer, e questo significa che mi sono letta anche gli altri 3.
Twilight. Non cerco scuse: mi è piaciuto. Perchè? Perchè ho trovato in Twilight quello che cercavo e che mi aspettavo di trovare. Volevo una storia d'amore che sconfiggesse qualunque nemico e l'ho avuta. Volevo un protagonista bello e dannato e l'ho avuto. Volevo un elemento gotico-fantasy e l'ho avuto. Volevo un po' di sangue a dissipare le smancerie tra i protagonisti e l'ho trovato. Infine mi aspettavo una protagonista particolarmente irritante nei suoi atteggiamenti e l'ho trovata, ma l'essere pragmatico di Edward bilanciava a sufficienza. Bene, quando ho finito Twilight ero appagata.
Il secondo volume non mi è piaciuto. I motivi sono diversi: innanzitutto non c'era Edward a bilanciare l'irritazione che mi provoca Bella. Poi c'è da dire che tutto questo ribadire in continuazione quant'è bello e perfetto sto vampiro poteva andare bene nel primo volume...ma poi bona, abbiamo capito! E gli occhi, e la bocca, e la voce...è uno strafigo, ok...puoi ribadirlo meno di 15 volte per pagina?
Il terzo era meglio perchè Edward metteva a tacere Bella, ma lontano anni luce dal fornirmi l'appagamento di Twilight.
Ed eccoci al dunque: breaking down. Ho sopportato molte cose nei volumi precedenti, e tutti in nome dell'appagamento fornitomi da Twilight. Ma non posso in alcun modo sorvolare sul cambio di punto di vista nel bel mezzo della storia. Tra l'altro questo avviene non una bensì due volte. No, questo no! Se decidi di scrivere in prima persona, lo fai e io ti ammiro, perchè non sono in grado di fare altrettanto, ma non puoi essere prima Bella, poi Jacob e poi di nuovo Bella! NON PUOI! Mi ubriachi così, Stephenie! Capisco che gestire tutta la storia dal punto di vista di Bella mentre è distesa a letto con un feto che la uccide non è facile, ma sarebbe stato molto più bello e professionale. Non sarebbe stato facile mostrare i sentimenti di Jacob attraverso gli occhi di una moribonda, ma con Edward l'hai fatto, avresti dovuto farlo anche con Jacob. Mi dispiace, ma questa scelta non la condivido minimamente. Mi riservo di fare commenti sul contenuto a lettura terminata.

martedì 27 gennaio 2009

Compromessi

Prima o poi dovevo dargliela vinta, che ce volete fare? Si sta fidanzati 8 anni, si condividono gioie e dolori, ci si scontra, ci s'incontra...il più delle volte ognuno fa come cazzo gli pare e poi amici come prima. Una relazione è fatta di compromessi. Allora succede che lui si può fidare ciecamente della sottoscritta, che frequenta solo ed esclusivamente gli stessi amici suoi. Poi però la sottoscritta cresce e comincia a conoscere anche altre facce oltre a quelle dei suoi amici single e assatanati di sport. Tra l'altro queste nuove facce sono praticamente tutte femminili, perciò non c'è niente di cui essere timorosi. E fin qua tutto abbastanza bene. Poi giunge internet. Sembra un cataclisma! Ci sono un po' di scontri ma alla fine gli dico di non scassare la minchia e lui (devo essere sincera) non la scassa più. E scopro che tutto sommato sulla rete ho uno spazio tutto mio. So che sembra strano pensare che una roba on-line possa essere tutta mia, ma diciamo che è così che mi fa sentire. E' tutto perfetto perchè sulla rete il mio giudizio è insindacabile e non ci sono compromessi con nessuno. Poi gli salta in testa che vuole leggere il mio blog. Io non ho nulla di nulla da nascondere e gli faccio leggere sto benedetto blog. Sia chiaro, non è che mi abbia chiesto di leggerlo, semplicemente si mette a farlo. Quando gli faccio notare che io non vado a leggere i suoi diari (che non ha, ma era giusto per rendere l'idea) lui mi fa notare che se una cosa è on-line la può leggere chiunque. Siccome il ragionamento fila lo faccio andare avanti. Poi il cataclisma: GIUDICA!!!!!! Eh no, caro il mio angelo tesoro amore stella luce dei miei occhi eccetera, il mio blog è mio e tu non scassi la minchia dicendo quello che posso e non posso pubblicare. Le masturbazioni mentali del mio ammmoure sono rinomate, io le accetto, sorvolo ma mai e poi mai mi sottometto ad esse se non c'è una buona ragione. E siccome una ragione non c'è io vado avanti col blog, ma lui se ne sta lontano da esso. Ieri niente sceneggiate, per carità, però una chiara atmosfera d'irritazione (più mia che sua, ma è giusto così). Stasera proporrò il compromesso: io ho cancellato il post che ho scritto ieri, ma tutti gli altri restano dove sono, lui non legge MAI più il MIO blog e da oggi riprendo a scrivere quello che mi pare. Se decido di cancellare un post (è già capitato) lo faccio perchè io decido che non è adeguato, il giudizio insindacabile è il mio.
Detto questo sfioro solo leggermente l'argomento del post debellato: oggi hanno preso i cinque stupratori della coppia assalita giorni fa. Rischiano il linciaggio durante l'arresto. Bene, non sarò quella che si scaglia contro la popolazione travolta dalla rabbia. Non dico sia giusto. Però li avrei pestati a sangue anch'io. Potete non essere d'accordo, o potete pensare che io mi sia contraddetta da sola. Ma fa niente, tanto il mio giudizio è insindacabile, qui :D

venerdì 23 gennaio 2009

La percezione del rischio

Metto subito le mani avanti annunciandovi che ho la febbre, rispondo quindi dei contenuti ma non della forma. Esco da tre giorni di full immersion in indici di borsa e mercati finanziari. Ho già perso il 99% di voi, ma io proseguo lo stesso perchè questo post è prima di tutto per me.
Dunque, ora capisco perchè TUTTI sono convinti che "le banche sappiano le cose prima che avvengano" quando in realtà noi operatori di filiali siamo sempre gli ultimi a sapere le cose. In effetti in quella che è la mia esperienza ho notato che, di fatto, IL MERCATO reagisce agli eventi molto prima che accadano. Pensavo fossero capacità degli operatori ed esperienza a fare la differenza. Invece no. INFORMAZIONI. Ovvio, voi direte. Ma quali informazioni?
Esiste un indice che misura la capacità di rimborso di un ente (per lo più Stati, grandi banche e imprese corporate). Questo indice è determinato dal premio di assicurazione che bisogna sostenere per assicurare un investimento di 5 anni da 10.000 euro in un determinato titolo.
Esempio:
questo indice per l'Italia (Stato) è 185 (stamattina, ma cambia più o meno ogni secondo). Questo significa che se voglio investire 10.000 euro in un titolo di stato italiano di durata 5 anni e mi voglio assicurare sulla capacità di rimborso dello Stato, dovrò pagare all'assicurazione 185 euro l'anno. Per capire se tale prezzo è alto o basso bisogna ovviamente prendere come parametro di riferimento qualche altro Paese. La Germania (dalla fine della seconda guerra mondiale in avanti) è considerato il paese più sicuro al MONDO (più degli USA). Il suo indice era (sempre stamattina) 58. Quindi l'Italia è molto meno sicura della Germania, perchè l'assicurazione mi costa molto di più (così come l'RC Auto è più costosa a Napoli piuttosto che a Ferrara). Bene, ma questo non mi consente di capire a sufficienza come si piazza l'Italia rispetto alla media mondiale. Bene, per intenderci sappiate che l'Equador (che è andato in default, ovvero è fallito; quindi se avete obbligazioni dell'equador avete perso quasi tutto) prima di andare in bancarotta quotava 700. Molto ma molto peggio dell'Italia. L'Argentina stamattina era sopra i 600. Quindi tra pochi mesi probabilmente l'Argentina andrà DI NUOVO (vi ricordate, vero, che è accaduto anche non troppi anni fa) in default. Se avete bond argentini vendeteli anche se perdono il 70%, perchè non avete alcuna speranza. La Grecia quotava 208, peggio dell'Italia, ma non a livelli preoccupanti.
Banche. Fino a un anno e mezzo fa tutti pensavano che le banche fossero sicure quanto gli Stati. Dopo Lehmann, si è passati da un estremo all'altro, e la gente è impazzita (grazie a certe trasmissioni...ma lascio da parte le polemiche). Ho visto cose inimmaginabili. Gente che ha venduto delle obbligazioni Morgan (una delle più grandi banche al mondo) a 40, quando le aveva acquistate a 100. Una perdita di oltre il 60% (non dimenticate le cedole). Gli speculatori hanno acquistato queste obbligazioni (che i clienti hanno venduto in preda al panico). A pochi mesi, la stessa obbligazione vale 90. Si sono fatti le budella d'oro. Fosse per me, quel 60 e rotto per cento lo chiederei a Santoro, ma il vecchietto che si è dissanguato non si rende conto della minchiata ed è ancora lì che ringrazia la tv.
Unicredit è sulla bocca di tutti in Italia. Bene, sappiate che l'indice di assicurazione dell'Unicredit è di poco superiore a quello dello Stato Italiano. Ci sono banche estere che hanno quest'indice quasi a 600. Il panico non fa ragionare i clienti.
Potrei dilungarmi ancora molto sulle leve del mercato spiegandovi perchè San Paolo e Unicredit hanno perso molto più di altre banche (ma meno di FIAT), ma vi risparmio perchè so che molti di voi sono già morti.
Sappiate solo che l'indice di assicurazione non è visibile da NESSNA parte. Per averlo è necessario acquistare un software che costa 1200 dollari al mese per ogni pc su cui è installato. Fate i vostri conti.
Ah...l'indice di cui vi parlo non è il rating, ovviamente. Il rating di Lehmann era ancora AA il giorno prima del dafault (un rating molto alto, indice di un'azienda sana). Quindi tenete SEMPRE presente un rating, ma sappiate che è puramente indicativo (soprattutto se è alto). In generale, se non siete speculatori, evitate obbligazioni con rating al di sotto della A.
Buona fortuna :D

martedì 20 gennaio 2009

Catena

ADESSO

sono: sono a pezzi

voglio: la nutella

desidero: una buona notizia

sento: la colonna sonora del blog di thirrin

cerco: di farmi forza per andare in palestra

piango: no

dovrei: cambiarmi e mettere la tuta


SI O NO

tieni un diario: si

ti piace cucinare: a volte

hai un segreto che non conosce nessuno: forse

ti mangi le unghie: non più

credi nell’amore: sì, fermnamente

ti vorresti sposare: sì, provvederò l'anno prossimo

ti sei mai tatuato: no, ma mi piacerebbe

ti fai delle paranoie sulla tua salute: ne ho ben donde

ti senti bene in compagnia dei tuoi genitori: con mamma sì, con papà a volte

ti piacciono le tempeste: si, perchè ciò che mi spaventa mi affascina


SE FOSSI

se fossi un mese sarei: maggio

se fossi una stagione sarei: primavera

se fossi un giorno della settimana sarei: venerdì

se fossi un vino sarei: non lo so, non conosco nessun vino

se fossi un colore sarei: azzurro

se fossi un numero sarei: 7

se fossi un albero sarei: una quercia

se fossi un frutto sarei: una fragola

se fossi un fiore sarei:un lilium

se fossi un animale sarei: un cane

se fossi una calzatura sarei: un paio di babucce muccate

se fossi un capo di abbigliamento sarei: un pigiama muccato

se fossi una materia prima sarei:fuoco

se fossi un mobile sarei: una scrivania

se fossi uno sport sarei: pallavolo


NELL’ULTIMA SETTIMANA

hai pianto? : sì, tre volte. Due di commozione, una di tristezza

hai aiutato qualcuno?: me lo auguro

hai comprato qualcosa?: sì, di tutto

ti sei ammalato?: no

sei andato al cinema?: no

sei andato al ristorante?: no

hai scritto una lettera?: sì, a Obama

hai parlato con la tua ex?: non ne ho

ti è mancato qualcuno?:sì, mi manca sempre quel qualcuno

hai abbracciato qualcuno?: si

hai litigato con i tuoi genitori?: no

hai litigato con un amico?: no

Carina sta cosa. Ora però mi è venuta in mente un'altra questione. Sono a scoppio ritardato perchè è saltata fuori tempo fa, ma va beh, fingete sia normale così.
Mi chiedevo: se tutto ciò che affascina e ti fa credere di stare meglio è un qualcosa di "diabolico", allora cosa c'è al mondo che possa essere definito "divino"? "Divino" non va inteso in senso letterale, e cioè come un qualcosa di direttamente riconducibile a Dio, bensì come un qualcosa che fa star meglio senza indurre in tentazione (ci sono di certo 1000 modi migliori di spiegarlo ma tanto so che le vostre eccelse menti capiranno comunque).

sabato 17 gennaio 2009

Il piacere del pianoforte

Io di musica non so nulla, non so nemmeno distinguere le note e riconoscere gli attacchi. Se aggiungiamo che sono stonata come una campana, sarebbe facile concludere che la musica non fa per me. Eppure non potrei stare senza. A volte provo a immaginare come sarebbe questo triste mondo senza la musica. Beh, se così è triste, senza musica sarebbe ancor più miserabile. La musica è davvero qualcosa di nobile, qualcosa che può elevare l'uomo a uno stato migliore, quasi di grazia. Devo dire che io ascolto di tutto, e questo è probabilmente sintomo di poca dimestichezza, forse anche di poco gusto. Nel mio (defunto) mp3 passavo da Cocciante a Caparezza, Da Lisa a Pink. Uno scempio lo so. Eppure non m'importa, io butto giù tutto, non ho problemi ad accostare i Metallica a Enya. Ultimamente però ho riscoperto il piacere della musica pura, non accompagnata dal canto. E così il pianoforte si rivela sempre il mio strumento preferito. Devo dire che di questo devo ringraziare due persone: Victoria Frances, che ha un sito straordinario e le sue illustrazioni sono da sconvolgimento totale, e yrechan, che posta sul forum degli esordienti ottimi consigli musicali. Scopro così che quando la pigrizia prende il sopravvento sul desiderio di scrivere, una bella melodia al pianoforte mi rapisce, tramutando la pigrizia in un'irresistibile bisogno di proseguire le mie storie. Molti accostano il pianoforte alla malinconia. La colpa è della tv. Le immagini terribili della guerra di Gaza (che purtroppo non è l'unica a imbrattare di sangue questo mondo) e dei suoi bambini devastati dalle armi sono spesso accompagnate dal pianoforte. Ecco, questa musica è quanto di più divino sia stato creato dall'uomo. Non accostiamolo a quanto di più diabolico possa fare l'essere umano.

mercoledì 14 gennaio 2009

Proposta indecente (un'altra)

Accordo integrativo al contratto di edizione dell’opera:

L’ESERCITO DI GAIA
di
GIULIA BARONI


1)Il volume sarà di circa 272 pagine, avrà un prezzo di copertina di 14 euro e sarà munito di codice internazionale di identificazione ISBN.
2)L’Autore si impegna ad acquistare numero 250 copie dell’opera, versando la somma di euro 3500.

3)L’Editore si impegna inoltre a:
provvedere a un accurato editing dopo attenta lettura del testo e scambio di vedute con l’autore.


La seguente proposta ha validità fino al 31.01.2009

IL PUNTO 3 E' MOLTO PIU' LUNGO MA VE LO RISPARMIO.
Ora...3500 euro per 250 copie? Ma io dico che la gente è proprio senza ritegno!

venerdì 9 gennaio 2009

Lettura del pensiero

Questo sarà un post molto noioso, quindi vi consiglio di non procedere con la lettura.
Donc...esiste una formula magica che vi consente di leggere nel pensiero della gente per una frazione di secondo. L'ho scoperto 5 anni fa. Io vorrei che non funzionasse più, ma purtroppo è una formula infallibile. Ora la condivido con tutti voi. Se volete leggere nel pensiero di una persona questa è la formula magica che dovete pronunciare:
Io lavoro in banca.
Semplice, ma efficace. Ecco, io la pronuncio spesso, e subito vedo due parole che si materializzano nel pensiero della gente:
1 - ladra
2 - raccomandata.
E' una cosa che m'infastidisce molto, perchè nella vita ho avuto a che fare con veri ladri e con veri raccomandati. Non ho nulla contro i raccomandati. Se potessi, probabilmente anche io entrerei nel club. Se qualcuno di voi pensa di sè stesso il contrario, probabilmente mente, perchè anche voi vi fareste raccomandare. Però non sono raccomandata, e non sopporto che la gente lo pensi. Mi sono fatta il culo quadro per avere quel poco che ho. Ma tanto mi credono in pochi.
I ladri invece non li sopporto. Ci sono molti tipi di ladri, io ho conosciuto la peggior specie: quelli che ti rubano la vita. Quindi non sopporto essere additata come una ladra.
Oggi il direttore della mia filiale ha mandato nel mio ufficio due clienti, madre e figlia, di origine polacca. Mi hanno odiata fin da subito. Non sto a raccontarvi la vicenda, sappiate che stavo veramente per invitarle a tornarsene al loro paese. Ho letto nel loro pensiero le due famigerate parole. Loro hanno creduto di poter leggere nel mio, e hanno creduto di leggere qualcosa del tipo "polacche di merda". Hanno letto male. Alla fine ho dovuto chiamare il direttore perchè era evidente che erano infastidite da me. Quindi si sappia che anche gli stranieri hanno pregiudizi. Hanno preferito parlare con un uomo, più maturo e più alto in grado. Non hanno capito un cazzo. Io ho aperto loro il c/c meno costoso e con il tasso d'interesse più alto (si fa per dire...era l'1%). L'ho fatto perchè era giusto così, e non mi sono nemmeno preoccupata di farglielo presente. Se il conto gliel'avesse aperto il direttore, non avrebbero avuto lo stesso trattamento. Io lo so.
Questo è molto triste: per quanto si cerchi di essere onesti, migliori degli altri e umili, ci si scontrerà sempre e comunque con i pregiudizi. Il mio direttore mi ha detto che una parte di colpa è mia: ridevo troppo. Ha ragione. Quando la gente è incazzata e rabbiosa non bisogna più sorridere, bisogna dar loro ragione e basta. Alla fine sul mio lavoro bisogna mentire in ogni occasione. Quindi non sono ladra. Non sono raccomandata. Ma le persone mi costringono ad essere bugiarda. La prossima volta niente più sorriso. Solo menzogne, per far stare in pace con loro stesse e con la loro patria le polacche.

giovedì 8 gennaio 2009

Aggiornamento cucciolo in vetrina.

Dopo lo scempio cui ho assistito qualche giorno fa e che vi ho riportato nell'altro post, ho mandato questa alla LAV:

Buongiorno. Vi scrivo perchè ho assistito impotente ad uno spettacolo che mi ha sbalordita, ma non sono certa dell'illegalità della cosa. Qualche giorno fa, al centro commerciale La Fattoria a Rovigo, ho visto un cucciolo di bulldog esposto in vetrina. Il negozio di animali era pieno di bifolchi (consentitemi questo termine) che bussavano alla vetrina, come se quel povero cucciolo potesse in un qualche modo rispondere al "saluto". Era spaventato, e la vetrina era minuscola, quel povero cane non aveva nemmeno lo spazio per camminare (eppure era piccolo!). So che la vendita di animali è legale, e questo è già per me un concetto allucinante. Sono vite, non soprammobili. Ma se proprio dobbiamo vendere delle anime, almeno che questo avvenga in condizioni decorose. Mi chiedo se si possa far sì che il cucciolo (sempre che nel frattempo non sia stato venduto) venga tolto dalla vetrina. Grazie.
Giulia Baroni.

E questa è la risposta ricevuta:

Gentile Signora Baroni, purtroppo l'esposizione in vetrina di cuccioli non è vietata e gli spazi sono sicuramente più adeguati (misure concordate dai veterinari ulss) di quelli di un altro punto vendita di rovigo, finche' ci saranno persone che considerano etico l'acquisto di un essere senziente avremmo negozi che vendono animali. Molti sono i cani che aspettano nei canili di essere adottati. La ringrazio della segnalazione ma con rammarico devo dirle che il negozio è a norma, non certo con i nostri parametri, ma di meglio non si è potuto fare. Faremo in ogni caso una "visita" di controllo. Un caro saluto
Sandro Guolo

lunedì 5 gennaio 2009

Vendesi anima innocente a soli 1400 euro

L'altro giorno con Paola mi sono fatta un giro in un centro commerciale. Vagando di vetrina in vetrina, noto un considerevole agglomerato di "esseri umani" davanti ad un negozio. Saldi all'80%? Mi sono fiondata, perchè l'unico motivo che mi veniva in mente per attirare cotanta attenzione era davvero una vendita straordinaria. Niente di tutto questo. Un bel cartello verde e grande riportava la scritta: 1400 euro!!!!!!
Un cappotto? Un antico e raro volume? Un gioiello? No. Un cucciolo.
Lo so, sembra impossibile, ma in vetrina c'era un cucciolo di bulldog inglese. In vendita.
E quei rincoglioniti che si accalcavano davanti alla vetrina? Tutti a bussare sul vetro per vedere "se il cucciolo si muove". Ma dico, se fossi in lui mi muoverei per sbranarti il culo! Ma non poteva, povera piccola anima innocente. Se ne stava lì, rannicchiato e spaventato, in un angolino della vetrina 1m per 1 m, ma forse anche più piccola. Suppongo che la cosa sia legale. Se non lo è, presto avranno una visitina perchè ho già provveduto a spedire una mail alla LAV. Spero che gli sequestrino tutto. Ma credo che non avverrà nulla di tutto questo. Vendere gli animali è legale. In un paese civile...ci arricchiamo vendendo esseri viventi. Ancora una volta mi chiedo chi sia il bastardo animale: il cucciolo o il commerciante? Ditemi voi.

sabato 3 gennaio 2009

Una giornata con Paola

Pomeriggio epico quello di ieri! Inizia in tarda mattinata, dopo una salutare doccia calda. Mi metto in macchina, senza nemmeno avere ben chiara la strada da percorrere per andare da Paola. Ma va beh, frega niente, metto in prima e parto. La neve nelle strade è quasi assente, ma una spruzzata di bianco ingentilisce ancora i tetti e i cortili. Quando mi immetto nella lunghissima e rettilinea strada che porta in uno sperduto paesino di nome Ariano ferrarese (è lì che abita Paola) la poesia mi travolge. Nessuno. Per strada non c'è nessuno. Intorno il paesaggio è brullo, la campagna sembra morta, o in coma profondo. Il ghiaccio copre tutto, persino i platani ai lati della strada. Ma l'asfalto è sicuro, e procedo serena. La radio sembra aver capito tutto, e allora manda Zombie, dei Cramberries. Perfetto. L'atmosfera, ovattata dalla nebbiolina padana che dà sempre il buongiorno a noi ferraresi, è perfetta per quella canzone. E' una canzone che parla della guerra, è triste come il paesaggio che scorre fuori dal finestrino. Poi verranno Celine Dion e Lisa. Forse la radio è sintonizzata sulla mia anima.
50 km dopo arrivo ad Ariano, e mi rendo conto di quanto quel paese sia tagliato fuori da tutto. Perfetto per Paola, che può cantare a squarciagola senza che nessuno chiami i carabinieri. Baci e abbracci, due cazzate tra amiche e poi di nuovo in macchina, verso un centro commerciale per mettere qualcosa sotto i denti. E in macchina la radio non servirebbe, perchè Paola sa cantare meglio di certe galline miliardarie e bionde. E quando Paola apre bocca per accompagnare le belle canzoni di Leona Lewis il mio cuoricino fa una capriola, perchè la mia amica è davvero una cantante nata. Tutto procede bene tra risate, libri, fumetti, fate e cd. Il pomeriggio ci ripiomba nella triste realtà. A dispetto delle apparenze, il mondo non è ancora ai nostri piedi. Non basta stare insieme e crederci. E così il tanto sospirato Mac resta in negozio. Paola è triste, e io un po' incazzata. Per ora continuerà ad usare il suo palmare. Un giorno forse sarà diverso. Ma per ora i pomeriggi che passiamo insieme sono ancora fatti di speranze e sogni lontani, di illusioni e delusioni, di amicizia e solidarietà. E' già molto, e ci accontentiamo di avere qualcosa in cui credere e per cui discutere con chi ha sempre e solo i piedi per terra.